Percorso azzurro: La via dei carri


"Certe anime sono privilegiate, ma io vado per la via dei carri". (Suor Bertilla Boscardin)

Il percorso che conduce dalla casa di Santa Maria Bertilla per le vie Goia, Scarantello, Valle e Zanella, fino alla Chiesa arcipetrale di San Michele costeggiando le colline brendolane, è un percorso antico denominato “la via dei carri” poiché usato dai contadini che con i loro carri scendevano dal colle ai campi della pianura, ma è anche conosciuto come la via lungo la quale la Santa brendolana ha maturato la sua scelta religiosa.

L’itinerario ha il suo punto di partenza presso la casa natale di Santa Bertilla Boscardin (1) e la casa di riposo (2) ad essa intitolata, punti raggiungibili dopo aver deviato dalla strada provinciale “Bocca d’Ascesa” verso via Santa Bertilla, seguendo le segnalazioni stradali indicanti la scritta “casa natale di Santa Bertilla”.

Ripercorrere oggi tale itinerario è quindi un’occasione per visitare luoghi di interesse storico e religioso attraverso uno dei paesaggi più caratteristici di Brendola.

Da qui il percorso si snoda verso la collina seguendo via Goia attraverso un borgo fittamente edificato con piccole case addossate.

Si prosegue poi per via Scarantello, stradina che lambisce il colle e la campagna intensamente coltivata con vigneti.

Si raggiunge quindi il crocevia con Via Valle e Via Lamarmora dove sorge Villa Angiussola (3).

Il percorso prosegue attraverso via Zanella in direzione della Chiesa e sempre in salita fino ad incontrare sulla destra l’Edificio Gregori-Girotto (6).

Nella deviazione per via Asiago che lambisce l’ampio parcheggio annesso alla Chiesa Arcipretale sorge un capitello (7) dedicato alla Vergine.

L’itinerario prosegue o per il percorso pedonale attraverso le scalette che conducono alla Piazza del Popolo o attraverso la carreggiata che conduce alla Chiesa Arcipretale (8) ove si conclude “La via dei carri”.

Durata 3 ore circa a piedi. Questo itinerario si può percorrere anche in macchina; non è eccessivamente impegnativo anche se prevede qualche lieve salita. E’ un itinerario di interesse panoramico-paesaggistico, storico-culturale e storico religioso.

Per informazioni e prenotazioni chiamare il nr. 3498564654 o inviare una mail a info@prolocobrendola.it.

 (1) Casa natale di Santa Bertilla: Dalla strada provinciale Bocca d’Ascesa seguendo le indicazioni si giunge alla Casa natale di Santa Bertilla situata alle propaggini della collina, in contrada Goia. La casa è un esempio di una semplice abitazione rurale del secolo scorso. Al piano terra piccole e anguste stanze custodiscono pochi e miseri oggetti di un ambiente tipicamente contadino. Al piano superiore si trovano le testimonianze della vita religiosa di Suor Bertilla: la veste logora, la sua valigetta, il rosario, simboli anch’essi di una estrema povertà e sottomissione che hanno portato però un’anima semplice all’onore degli altari. Nella parte antistante la casa si trova un gruppo marmoreo raffigurante la santa in mezzo ai bambini, mentre una lapide sulla facciata ricorda la data della beatificazione di Suor Bertilla, 1952. La casa è oggi meta di pellegrinaggi ed è custodita dalle Suore Dorotee. 

 (2) Casa di riposo: accanto all’antica abitazione sorge la Casa di Riposo Santa Bertilla Boscardin, sorta nel 1982 grazie alle Maestre di santa Doretea di Vicenza, che hanno voluto con quest’opera per onorare degnamente i nome della loro Santa.

 (3) Villa Anguissola: l’antica villa che sorge ai margini della contrada Valle fu eretta dagli Anguissola, famiglia benestante che si spense nell’Ottocento. L’edificio assunse la volumetria attuale nel Cinquecento, ma l’aspetto attuale è dovuto ad interventi settecenteschi tra i quali quello più evidente è la balaustra della finestra centrale, tipico elemento del periodo. Il muro di cinta si apre con una piccola porta a lesene bugnate e con un gran portale pure bugnato databili alla fine del Cinquecento e dovuti probabilmente alla mano di Ottavio Bruto Revese. Il complesso comprende, oltre alla villa, le cantine, il forno, la barchessa e piccole costruzioni che ospitavano i braccianti. Gli Anguissola abbandonarono il complesso nel Settecento e lo vendettero agli Zigiotti, passato poi per eredità ai Salviati-Pigatti, ora è di proprietà Munari.

(4) Salita Valle: Giunti alla fine di via Gola, si incontra via Scarantello e quindi dopo Villa Anguissola, dirigendosi a sinistra verso la collina ci si inoltra in contrà Valle. Dopo un centinaio di metri è possibile riconoscere sulla destra un arco che oggi segna l’ingresso della corte Potente, dal soprannome della famiglia che qui vi risiedeva, ma che un tempo rappresentava il probabile accesso di antico fabbricato risalente al 1400, l’Ospedale di San Vincenzo. Proseguendo sulla sinistra si trova una serie di corti allineate lungo il torrente Spesse: le abitazioni, parzialmente restaurate, sono le antiche case abitate dai Valdagno, famiglie provenienti dalla Valle dell’Agno e qui insediatesi per praticare attività agricole e commerciali.

(5) Capitello dedicato alla Madonna del Carmelo: poco oltre l’arco della Corte Potente, “in una nicchia protetta da una elaborata tettoia incorniciata da due colonne sorrette da una originale mensola, in simmetria con un timpano spezzato in due volute è venerata la Madonna del Carmine. Costruito nel tardo Ottocento per opera della famiglia d’Agostini Giovanni, è l’unico segno di devozione rimasto in questo borgo popoloso.

 (6) Edificio Gregori-Girotto: a delimitare l’accesso alla Chiesa arcipretale per la strada ciottolata, c’è un edificio di cui non è dato reperire documenti chiari, ma che risulta di un certo interesse architettonico per il portale di ingresso e per una piccola balaustra sulla parete perimetrale che sottolinea una finestra sempre finemente adornata da fiori. Racconti popolari riferiscono che in questo luogo si sia verificata una frana che ha portato a valle molto materiale addossatosi alla costruzione.

 (7) Capitello-Madonna con il bambino: ai bordi della piazza del parcheggio e nell’angolo terminale delle mura di cinta di Villa Pagello si Intravede una nicchia di pietra con volto arcuato e catino absidale a conchiglia, protetta da un piccolo spiovente di coppi rossi. Nell’incavo è posto un dipinto olio su tela di A. Achill di Roma del 1972 che raffigura la Madonna col Bambino sulle ginocchia. Qualche traccia di colore azzurro è ciò che resta del preesistente affresco. Il capitello è databile con sicurezza al ‘500, giacché fu fatto erigere dai Revese, una delle famiglie più facoltose del paese; lo comprovano gli Stemmi del casato Revese posti ai lati dell’arco e la conchiglia capovolta a pettine che richiamano i motivi ornamentali dell’Oratirio Revese. La famiglia Pagello, attuale proprietario, appena finita l’ultima guerra mondiale, provvide a restaurare il capitello e a commissionare la sacra immagine del pittore Achilli per sostituire il precedente affresco della Madonna di Pompei, non più leggibile. Un cancelletto di ferro con rete a
maglie fitte protegge la nicchia. Di recente il capitello è stato ripulito e l’immagine protetta da una lastra di vetro grazie all’interessamento degli alunni della scuola primaria in collaborazione con la protezione civile.

 (8) Chiesa di San Michele: l’attuale chiesa e l’annesso campanile sono frutto di una radicale ricostruzione di edifici esistenti fin dal VI-VII secolo. La struttura attuale risale al 1852 con definitiva inaugurazione nel 1890. L’insieme della facciata è diviso in tre parti, rientranti le due laterali e sporgente quella centrale, è abbellita da due finestre laterali e dal portone sottolineato ai lati da colonnine spirali e sormontato da un bassorilievo rappresentante San Michele che fulmina il drago. Sopra il portone spicca il rosone del Prof. Bepi Modolo installato nel 1986 in occasione del 25° anniversario della canonizzazione di Santa Bertilla Boscardin. La parte interna è divisa in tre navate da una doppia successione di colonne che si conclude con l’ampio presbiterio sopraelevato rispetto alla chiesa per mezzo di alcuni gradini. Domina su tutto l’imponente altare maggiore in stile neo gotico con ricchezza di frastagli fogliami e cornici. Sulle pareti si trovano altri quattro altari dedicati rispettivamente da sinistra a Sant’Antonio, alla Madonna, a San Rocco e a Santa Bertilla. Dietro l’altare maggiore si trova la pala della Madonna con Bambino, San Michele Arcangelo e S. Andrea Apostolo del pittore Girolamo Dal Toso (1480-1548).

(9) Villa Vescova (ex Villa Veronese): dietro la Chiesa Arcipretale di San Michele, ai piedi del pendio sorge Villa Grappato, Ferrari, Veronese, ora di proprietà della Curia Vescovile. Considerata da sempre l’antica residenza dei vescovi di Vicenza, ha subito nel corso degli anni parecchi rimaneggiamenti. Nel 1915 venne acquistata dalla Parrocchia di San Michele per farne la sede dell’asilo per l’infanzia, della scuola di lavoro oltre che casa della gioventù e delle dottrine. In seguito la villa fu acquistata dalla famiglia Veronese che commissionò una radicale opera di ristrutturazione che ha dato l’aspetto attuale alla fabbrica. Negli ultimi anni la curia Vescovile ha effettuato l’ultimo e definitivo restauro.