Descrizione: si tratta di un complesso costituito da chiesa, campanile, chiostro e canonica ha sicuramente una storia molto antica, infatti stando a certi indizi fondati su ritrovamenti archeologici, potrebbe aver sostituito qualche tempietto dedicato a qualche divinità delle acque o della caccia. Questa chiesetta nel 1606 venne incorporata in un edificio più grande e affidata alla conduzione dei Carmelitani che vi rimasero fino al 1658. Costoro contribuirono alla diffusione del culto della Madonna del Carmine ma non soppressero la venerazione della Madonna Annunciata e della immagine della Vergine con il bambino che accarezza un cardellino, che aveva qui una lunga e precedente tradizione. La chiesa in segiuto fu retta da sacerdoti secolari e mantenuta dalle offerte dei fedeli e dalla famiglia Revese. Dal 1950 è divenuta piccola parrocchia col titolo di Madonna dei Prati. Esternamente la chiesa si presenta come una costruzione semplice, ma di belle proporzioni. Meritano di essere osservati il portale di ingresso e la porta laterale con caratteristiche che si possono ricondurre alla cultura del cinquecento. L’interno è armonioso: degno d’interesse il soffitto ligneo dipinto a lacunari; l’imponente altare maggiore sottolineato da sculture opera certa di GianMaria Comun da Grancona. Ai lati delle pareti del presbiterio si trovano due dipinti di Francesco Maffei. Sull’altare a destra in un’edicola è racchiuso il famoso stucco dipinto con l’immagine della Vergine col Bambino e cardellino, attribuito alla scuola toscana del XV secolo.
Indicazioni: dal centro di Brendola prendere Via Gioacchino Rossini; alla fine della strada svoltare leggermente a destra in Via Madonna dei Prati, direzione Pedocchio, ed in circa 2 minuti d’auto o 10 minuti a piedi si arriva alla Chiesetta di Madonna dei Prati.
La Chiesetta di Madonna dei Prati fa parte dell’itinerario “Percorso rosso: Brendola un luogo di delizie (Punto 1)” proposto nella sezione dedicata del sito.