Descrizione: sul monte Sommaripa, adagiato su uno sperone di pietra calcare sopra un basamento vulcanico, sorge il Castello di Brendola, noto anche come “Rocca dei Vescovi”, essendo stato per secoli centro di una giurisdizione vescovile. La costruzione del castello risulta precedente all’anno 1000, ma di quanto non sappiamo; non si può escludere del tutto l’esistenza già in epoca romana di un luogo fortificato, data la posizione strategica di Brendola, lungo la via Postumia. La documentazione più antica induce, comunque, a collocare il castello nel periodo in cui, Berengario, marchese del Friuli, ottenuta la corona di re d’Italia, si trovò a fronteggiare le scorrerie degli Ungari e favorì pertanto la costruzione di castelli e mura nei territori maggiormente esposti al pericolo di incursioni. In origine si sarebbe trattato di una rocca con torrione d’avvistamento, con ambienti adatti al deposito delle derrate. Il primo documento, comunque, che attesta l’esistenza della Rocca e ne conferma il possesso al Vescovo di Vicenza, Girolamo, è i diploma dell’imperatore Ottone III dell’anno 1000. A questo diploma ne seguirono altri sette, relativi alla chiesa vicentina; nel 5°, concesso da Enrico IV, nel 1084, compare per la seconda volta il nome di Brendola, insieme alla conferma dei diritti vescovili e all’esenzione dal fondo (diritto per il sovrano e i suoi rappresentanti di requisire sul territorio foraggio per i cavalli). Durante le incursioni, nel secolo XII fu allargata la cinta muraria, probabilmente ad opera del vescovo Torengo e furono predisposti locali li per accogliere animali, provviste, armi e munizioni, oltre ad un presidio militare, in caso di assedio. Il potere de Vescovi cominciò ad essere ridimensionato nel XII secolo. In particolare nel 1266 il famoso vescovo Bartolomeo da Breganze dovette scendere a patti con il costituito Comune e concedere dei dritti sul castello. Nel corso del XIV secolo, quando il territorio vicentino passò agli Scaligeri, a Brendola il vescovo fu del tutto privato dei suoi poteri politico-amministrativi (tranne sotto l’episcopato del famigerato Biagio da Lionessa) che passarono prima ai Capitani e poi ai Vicari. Alla fine del 1300 si concluse il dominio scaligero e iniziarono le guerre tra Visconti, Carraresi e Veneziani per spartirsi il territorio. Nel 1404, quando Vicenza si consegnò spontaneamente a Venezia, in seguito all’assedio padovano, anche il territorio brendolano seguì tale sorte ma le lotte e le guerre non finirono e il castello fu spesso teatro di battaglie tra le forze veneziane e quelle avversarie, milanesi in particolare. Nel 1413 Pippo Spano danneggiò gravemente il castello e nel 1438 Niccolò Piccinino devastò Brendola facendo razzia nella rocca. A decidere le sorti del castello fu però la famosa guerra suscitata dalla Lega di Cambrai (1509). Nel 1513, infatti, la Rocca fu occupata dalle truppe spagnole della Lega e l’anno successivo Venezia la riprese tramite il Generale Bartolomeo d’Aviano, il quale per impedire che il castello “si facesse ulteriormente asilo eventuale di spagnoli, di tedeschi o d’altri nemici della Repubblica” ne ordinò la distruzione, il 22 luglio 1514. Da quel momento la Rocca del Vescovi perse la sua Importante funzione di centro di potere: per la comunità di Brendola si aprì un nuovo periodo di storia che sì inserisce in quella più ampia della Repubblica di Venezia, prima, e della storia d’Italia, poi.
Indicazioni: il Castello si può raggiungere a piedi in circa 15 minuti lasciando la macchina al parcheggio della Chiesa di San Michele. Dal centro di Brendola, percorrere Via Revese e poi svoltare a sinistra in Via Roma fino a raggiungere la Chiesa. Percorrere Via Marzari fino alla fine, svoltare a sinistra e prendere Via Rocca dei Vescovi per poi continuare sulla strada dei Monti Comunali fino alla prima via ancora sulla sinistra che porterà ai piedi della Rocca.
Il Castello di Brendola fa parte di tre itinerari proposti nella sezione dedicata del sito:
- Anello 1 (8km) dell’itinerario Brendola Porta dei Berici;
- Percorso della Grande Guerra;
- Percorso verde: Brendola un luogo di delizie (punto 8).